Author: admin

Bonifica amianto, in arrivo incentivi per le imprese

Bonifica amianto, in arrivo incentivi per le imprese

Bonifica amianto, un credito di imposta del 50% da utilizzare in 3 anni per le imprese che effettuano interventi di rimozione dell’amianto
Al fine di rilanciare i progetti di rimozione dell’amianto nelle strutture produttive, ai titolari delle imprese che nel 2016 effettueranno interventi di bonifica amianto verrà riconosciuto un credito di imposta pari al 50%.

Questo quanto previsto in un emendamento al Collegato Ambiente, approvato dalla Commissione Ambiente del Senato, che stanzia circa 5 milioni di euro per il 2015 e 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per incentivare le operazioni di bonifica dall’amianto nelle aree produttive non ancora adeguate alla normativa.
Per accedere al beneficio, il titolare dell’attività imprenditoriale deve dimostrare di attivare nell’arco del 2016 una serie di provvedimenti finalizzati alla rimozione dell’amianto all’interno delle  proprie strutture produttive per un investimento complessivo superiore ai 20.000 euro.
Il beneficio, ripartito in tre quote annuali di pari importo, è riconosciuto solo per gli interventi realizzati nel 2016, pertanto, gli anni in cui recuperare il credito d’imposta accumulato saranno il 2017, 2018 e 2019.
Il credito di imposta non concorrerà alla formazione del reddito né della base imponibile Irap.

Ecco la scheda di sintesi.

Proponenti e beneficiari

Soggetti titolari di reddito d’impresa ubicati su tutto il territorio nazionale, sia in forma di PMI che grandi imprese esercenti tutte le attività economiche.

Progetti Ammissibili

Il credito d’imposta sosterrà gli interventi di bonifica dall’amianto su beni e strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato da effettuare nel corso dell’esercizio 2016.

Spese Ammissibili

Le spese dovranno essere sostenute dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016.
Il credito d’imposta non spetta per gli investimenti di importo unitario inferiore a 20.000 euro.

Condizioni e misure del Contributo

Il credito d’imposta spetta nella misura del 50% delle spese ammissibili a contributo.
Il credito d’imposta è ripartito nonché utilizzato in tre quote annuali di pari importo e indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi di imposta successivi nei quali il credito è utilizzato.
La prima quota annuale è utilizzabile a decorrere dal 1° gennaio 2017.
Esso non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Le agevolazioni sono concesse secondo il regolamento “de minimis”, quindi nel rispetto del tetto massimo di 200 mila euro nel triennio di riferimento.

Priorità e risorse

I fondi a disposizione ammontano a circa 16 milioni di euro. Per accedere al contributo sarà necessario presentare apposita istanza.

Risparmio energetico

Dispersioni termiche attraverso i serramenti

Risparmio energeticoPorte, porte-finestre e finestre sono responsabili di oltre il 30% delle dispersioni termiche. In particolare le perdite di calore dovute alle superfici trasparenti incidono per il 25%. Appare quindi chiaro l’importanza di avere serramenti performanti con un basso valore di trasmittanza termica U, al fine di minimizzare le dispersioni di calore. Nel caso di interventi di riqualificazione energetica, per ottenere i risultati voluti però non è sufficiente acquistare serramenti performanti, ma è necessaria anche una corretta installazione, che deve essere fatta da ditte specializzate, capaci di guidarvi nella scelta giusta dei serramenti stessi. Una installazione errata può compromettere l’obiettivo finale in termini di isolamento termico/acustico che si voleva ottenere.

Proroga al 31/12/2017 bonus fiscale per le ristrutturazioni.


Si tratta della possibilità di detrarre dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) il 50% delle spese sostenute per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni dei condomìni. Il tetto massimo delle spese ammissibili ammonta anche per quest’anno a 96 mila euro e il rimborso avviene in dieci anni con rate di pari importo
Senza questo intervento, dal 1° gennaio 2017 la percentuale della detrazione sarebbe scesa al 36% e il tetto di spesa a 48 mila euro. Chi può richiedere la detrazione del 50%
Possono usufruire della detrazione sulle spese di ristrutturazione tutti i contribuenti assoggettati ad IRPEF, anche se non residenti in Italia. Per effettuare i lavori e richiedere la detrazione non è necessario essere il proprietario dell’immobile. Possono fare domanda anche gli inquilini, i comodatari, i familiari conviventi del possessore, i promissari acquirenti che già dispongono dell’immobile dopo aver registrato il compromesso. Dopo la vendita dell’immobile ristrutturato, il venditore può scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate o se trasferire il diritto all’acquirente. In caso di morte, invece, le quote residue della detrazione sono trasferite agli eredi che conservano la detenzione dell’immobile. Detrazione 50%, gli interventi ammessi
La detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2017 spetta per una serie di interventi: – manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale; – manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali; – ricostruzione o ripristino degli immobili danneggiati dalle calamità naturali, a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza; – acquisto e costruzione di box e posti auto pertinenziali; – eliminazione delle barriere architettoniche; – installazione di dispositivi anti-intrusione; – cablatura e riduzione dell’inquinamento acustico; – acquisto e installazione di impianti fotovoltaici; – messa in sicurezza dal punto di vista sismico; – bonifica dall’amianto; – installazione di sistemi anti-infortunio. Sono inoltre detraibili al 50% anche le spese, fino a 96 mila euro, per l’acquisto di edifici residenziali ristrutturati dalle imprese di costruzione. Per ottenere il bonus l’acquisto deve avvenire entro 18 mesi dalla fine dei lavori, che devono aver coinvolto l’intero edificio. L’acquirente deve calcolare la detrazione, indipendentemente dal valore degli interventi eseguiti, su un importo forfetario, pari al 25% del prezzo di vendita. La detrazione copre infine le spese per la progettazione degli interventi, l’acquisto dei materiali, le prestazioni dei professionisti coinvolti nei lavori, le perizie, i sopralluoghi, le imposte, la messa a norma degli edifici, il rilascio di autorizzazioni e gli oneri di urbanizzazione.
Cosa fare per ottenere la detrazione 50%
Prima dei lavori è necessario dotarsi dei permessi e delle autorizzazioni eventualmente richieste. Nei casi in cui le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs 81/2008, D.lgs 106/2009) lo prevedano, si deve inviare una comunicazione preventiva alla Asl competente contenente la data di inizio lavori, la natura dell’intervento e i dati del committente e dell’impresa. I lavori sulle parti comuni degli edifici residenziali devono essere approvati con una delibera assembleare.
I pagamenti devono essere effettuati con bonifico bancario o postale. Nella causale bisogna indicare la norma che prevede la detrazione fiscale (articolo 16-bis del Dpr 917/1986), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o la partita Iva dell’impresa che realizza i lavori. Dopo aver effettuato gli interventi, nella dichiarazione dei redditi bisogna indicare i dati catastali identificativi dell’immobile. È infine necessario conservare una serie di documenti, che l’Agenzia delle Entrate può richiedere a titolo di controllo e verifica: – titoli abilitativi necessari per lo svolgimento dei lavori; – domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti; – ricevute di pagamento dell’imposta comunale sugli immobili (Ici-Imu), se dovuta; – delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori, per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali, e tabella millesimale di ripartizione delle spese; – In caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore; – comunicazione preventiva alla Asl (se prevista dalle norme sulla sicurezza dei cantieri); – fatture e ricevute fiscali comprovanti le spese sostenute; – ricevute dei bonifici di pagamento.